Alessandro Bonardo
Era nella magnifica cittadina di Alba che conobbi per la prima volta Alessandro, veniva portato dai genitori al corso bonsai nel negozio di Pietro Della Piana che aveva aperto da poco e mi aveva richiesto per i corsi dopo avermi conosciuto da Stefano Baccaro a Torino. Era il 2013.
Ricordo che lavorò un Pino nero giapponese di vivaio, e mi colpì come era attento alle lezioni: concentrato sulle immagini proiettate, faceva domande pertinenti che dimostravano già una grande passione. Aveva 16 anni, è nato nel 1997.
Alessandro fu molto affascinato da come parlavo del grande maestro Kimura Masahiko e dalle sue opere che aveva già visto nelle riviste e nei primi studi alla Scuola d’arte dBonsai della Volonterio che seguì per un paio d’anni.
Mi ha ricordato che quando finì quella lezione ad Alba terminai con una ironica battuta di fronte alle facce meravigliate degli allievi dicendo: “se volete andare a studiare dal grande maestro vi basta sapere il giapponese ed essere intenzionati a studiare da lui almeno cinque anni!”
Dopo un anno, cioè nel 2014, mi confessò la sua idea di studiare bonsai in Giappone. Io gli dissi che non era cosa necessaria andare da Kimura sensei, ma lui mi disse che già stava studiando il giapponese e che cinque anni non lo spaventavano. La cosa si faceva seria ed allora consigliai ai suoi genitori di mandarlo a studiare da Sawa Nakamura che con sua nuora Yukiko Matsudara lo avrebbero portato ad una conoscenza del giapponese buona ed in tempi validi.
Dopo sei mesi Sawa mi disse che Alessandro era dotato di una passione ed intelligenza straordinarie per lo studio della lingua giapponese. Mi stupì perché Sawa non è solita ai complimenti. Intanto mentre si diplomava alla scuola enologica di Alba molti sabati ed alcune domeniche veniva da me per lezioni e pratiche bonsai: gli ho insegnato molte cose ed abbiamo parlato a lungo del maestro. Certo da quando aveva nove anni che cercò di fare i primi corsi bonsai ma inutilmente, era infatti troppo piccolo, a quando a 12 anni mise le mani su un primo bonsai commerciale e capì che era di più di un semplice hobby o quando guardava il libro capolavori bonsai della NBA che i suoi genitori avevano nella biblioteca tra i libri d’arte, è passato un tempo intenso e straordinario, fino a quando nell’estate del 2015 ho mandato la mia 40ª lettera a Kimura sensei chiedendogli di accettare questo ragazzo dal talento notevole e dalla passione notevolissima.
Dopo due mesi il maestro mi scrisse che voleva conoscerlo.
Kimura sensei è un gigante si sa, ma che emozione vedere che da oltre vent’anni mi concede tutto quello che gli chiedo. Alessandro, lette le esperienze di Ryan Neil che è stato secondo il maestro è il suo migliore discepolo, si stupì della rapidità ed attribuì questo a me e Sawa che avevamo usato tutte le nostre arti per agire con successo.
Così nel febbraio 2016 faccio il mio 11º viaggio in Giappone portando Alessandro dal maestro, con Sawa e Marco suo padre. Grande viaggio!
Come mi scrisse Alessandro fu una salita verso il meglio, dal Kokufu ad Omiya, il museo, Kobayashi ed infine Kimura sensei dove vide per la prima volta la “bellezza bonsai insuperata” che c’è dal venerabile maestro.
Kimura sensei ci accolse calorosamente e fece ad Alessandro la sua prima grande lezione con tutte le cose necessarie per essere una persona di successo, raccontò del genio inventore di suo padre, e alla fine dopo un paio d’ore accettò Alessandro e gli spiegò che cosa avrebbe dovuto fare. Era il 10 febbraio 2016 e i bonsai di Kimura sensei erano più belli che mai!
Nei sei mesi a seguire Alessandro si diploma, prende la patente internazionale, e continua a venire da me sempre più spesso. Intanto meditiamo i sette elementi necessari ad un uomo per diventare un grande. L’impegno è la base senza il quale si è al di sotto del livello zero nell’apprendimento: questo insieme alla volontà di diventare sempre più Grandi e alla capacità di far crescere le piante, fa parte di quelle qualità su cui si può influire attraverso il controllo di se. Vengono poi la creatività e le idee che crescono all’aumentare dell’esperienza.
Il talento e ancor di più la sensibilità sono caratteristiche assolute, assopite in alcuni individui, che si destano se opportunamente stimolate.
Alessandro dice: “se mi chiedete quale ritengo sia il significato di fare il bonsai io rispondo che è crescita personale ed equivale a condensare una parte di sè, che sono le idee, che prima del processo creativo esiste solamente per l’autore e subito dopo viene donato al prossimo come emozioni racchiuse in una forma”.
L’ultimo lavoro di Alessandro a casa mia è stato la potatura e legatura del bonsai “la Sfida” a settembre. Poi dopo due escursioni in montagna, il Sayonara party da Sawa con i cibi deliziosi di Yukiko e la raccolta con suo fratello della magnifica funagata-ishi al Rocciamelone dove Alessandro ha scoperto gli alberi che vivono della realtà bonsai: fantastici ed affascinanti.
Era l’11 settembre 2016 e l’ho salutato dal mio giardino, poi è partito con suo padre per un viaggio in Giappone, questa volta molto più lungo.
Massimo Bandera