Confronto culturale con Kimura sensei

Prima parte

Anno 1996

L’esperienza dell’apprendistato giapponese con Kimura sensei

Quando conobbi di persona Masahiko Kimura nel 1990, conoscevo già la sua opera ed il suo modo di interpretare il Bonsai contemporaneo dalle immagini dei suoi capolavori visti su riviste e libri. Dal 1993 a tutt’oggi curo con lui un confronto culturale che avviene alcune volte all’anno con lettere, nove viaggi in Giappone e una sua visita alla mia scuola nel 2007, percorso costellato dalla suoi fantastici esempi del modo di insegnare tradizionale giapponese, profonde sentenze della più ampia tradizione del Kuden.

In questa serie di articoli per Bonsai & News, vi proporrò di ripercorrere con me momenti salienti del suo insegnamento, soprattutto attraverso le lettere, preziosi fogli di riso nei quali dipinge brevi ma grandi precetti, capolavori di quelle illuminanti frasi che solo i grandi maestri sanno dare. Certo cercheremo insieme di scoprire anche alcuni affascinanti meandri della lingua giapponese.

Masahiko Kimura è il maestro di tutti perché lui è il Bonsai contemporaneo.

La prima lettera

La prima lettera che vi propongo è del giugno 1996, una bella carta in cui mi commenta un lavoro su di un vecchio Ginepro che feci per un cliente, e mi da alcuni puntuali consigli attraverso un disegno.

Il testo dice:

“Massimo sama,

ho esaminato il tuo lavoro nello shari della pianta: è magnifico.

Nella parte verde invece non sei ancora perfetto. In questo caso secondo me l’apice deve essere più vicino allo shari in modo da far cadere il baricentro sul piede della pianta come nel disegno che ti ho fatto.

Se hai altri lavori del genere consultati con me, sarò ben lieto di darti consigli.

Ti faccio tanti auguri per la tua attività e spero di rivederti presto”

Anno 1996 mese di Giugno           Masahiko Kimura

Resurrezione 96”

Juniperus chinensis var.Kyushu h.80cm

Vaso Tokoname

collezione Crespi bonsai

Foto Studio Audaci Collezione privata.

Certo in questa lettera vediamo un esempio del grande pragmatismo giapponese, due consigli precisi per completare un dettaglio importante secondo il maestro. Sappiamo infatti come sia difficile migliorare i vecchi bonsai. Nel caso ricercare il baricentro dell’apice in un Ginepro si scultoreo ma anche eretto informale, era un dettaglio che trascurai ma che era fondamentale. Nella foto del Ginepro tre anni più tardi (gli diedi il soprannome “Resurrezione 96” perché fu fatta il giorno di Pasqua del ’96) ritroviamo la chioma completa. Il grande maestro volle poi presentare il lavoro su Kinbon di agosto 1997 sottolineando il suo intervento, o più esattamente l’applicazione del suo consiglio. Infatti nel Kuden vige un metodo molto antico, lui stesso dice:

Per fare bonsai occorre studiare ed apprendere la tecnica e la teoria, ma prima di tutto è molto importante comprendere l’aspetto spirituale del fare bonsai. Prima è necessario capire che tipo di bonsai si deve avere per affrontare il bonsai, una volta acquisito questo aspetto si può cominciare ad imparare la teoria e la tecnica. La spiritualità è fondamentale.

Il rapporto tra maestro e discepolo deve essere vivo come lo era nell’epoca feudale giapponese e talmente stretto che l’allievo deve accettare sempre l’opinione del maestro per cui se il discepolo vede una cosa bianca, ma il suo maestro  dice che è nera, l’allievo deve accettarlo. Solo in questo modo si riesce a crescere spiritualmente, affrontando veramente il giusto spirito del “fare bonsai”.

Scorci del Giardino di Masahiko Kimura

Massimo Bandera