Confronto culturale con Kimura sensei
Terzo
Anno 1993
Astronomy
Life
Society
L’esperienza dell’apprendistato giapponese con Kimura sensei
La lettera in questione è la prima che ho ricevuto dal maestro e mostra un tono decisamente formale. La lettera, del 1993, è conseguente al primo seminario svolto con lui.
Il testo oltre ai ringraziamenti ed alle formalità, narra un curioso parallelo tra il concetto della sfida CIOOSEN per la cultura giapponese e due eroi.
“La sfida è come due famosi pionieri velisti, Kenichi Horie che va e diventa la prima persona ad attraversare a vela l’Oceano Pacifico nel 1962, vince, e diventa un eroe, e l’altro, Naoki Uemura, tenta la stessa impresa ma fallisce e muore”
Non deve stupire se il maestro cita due persone impegnate nella “navigazione estrema”, forse non tutti sanno che Kimura sensei è appassionato di caccia e pesca, soprattutto di pesca d’altura: quando si concede un po’ di tempo fuori dal bonsai va con un gruppo d’amici a pesca nell’Oceano. Per Lui Kenichi Horie è un eroe.
CIOOSEN la sfida
Juniperus rigida h.70cm vaso Tokoname
Autore Masahiko Kimura Foto Antonio Attini
Il Bonsai ha saputo trovare una interpretazione artistica in Italia proprio nel senso occidentale del termine, generando una nuova arte, oltre la vera bellezza giapponese: FUZEI e FUUSUI, suggestione e raffinata eleganza della Natura sono lette in una chiave contemporanea.
L’opera provoca il piacere che si capisce con la contemplazione estetica che i giapponesi denominano “biteki kootatsu”, senza avere in considerazione quale sia la fonte di detto piacere, senza la distinzione occidentale tra Arti Maggiori, Minori o Applicate. Solo a causa della sua apertura ad Occidente, i giapponesi conobbero questa distinzione, qualcosa che prima del periodo Meijí né si conosceva né aveva la benché minima importanza. Solo l’affanno di imitare la cosa innovativa, fece loro copiare questa classificazione, coniando i termini Bijutsu, belle arti, e geijutsu (arti decorative). Nelle parole del grande maestro bonsai Kimura sensei: “Sono un artigiano bonsái”, si racchiude, insieme alla sua umiltà, l’idea tradizionale di non importargli minimamente della classificazione del bonsái come bijutsu o geijutsu.
“Sono un artigiano bonsái”
Tradizionalmente ogni tipo di insegnamento giapponese è attecchito nell’esperienza sensoriale, lasciando sempre molto al margine l’apprendistato verbale. Il maggiore filosofo giapponese del secolo XX, Nishida Kitarô (1870-1945) ci dice che mediante l’intuizione attiva l’uomo forma e trasforma il mondo e, a sua volta, è formato da questo. Tale pensiero sta nella forza della mentalità giapponese e genera la sua valutazione del lavoro come azione e realizzazione ontologica e la sua inclinazione pratica verso la sintesi creativa. Di lì l’assenza di trattati teorici nella sua tradizione: l’apprendistato è un processo che avviene naturalmente, vedendo le opere dei maestri, imparando della Natura, servendo il Maestro, ricevere dalla trasmissione orale quando il Maestro lo crede conveniente ed infine, i testi sacri, con un carattere sommamente pratico e pedagogico.
Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai International (SGI), un’organizzazione mondiale con più di dodici milioni di membri in 190 paesi e territori, filosofo buddista, scrittore e poeta dice: “L’arte è una poderosa arma negli sforzi per la pace. È una delle maggiori espressioni della vittoria umana. Gli sforzi che gli artisti fanno per perfezionare ed eseguire la propria arte, sono in se stessi gli sforzi per creare pace e cultura per tutta l’umanità”.
Scorci del Giardino di Masahiko Kimura
Massimo Bandera